Riceviamo e pubblichiamo la lettera del professor Corrado Campisi

“Sono Corrado Campisi dell’IIS “Ciampini-Boccardo” di Novi Ligure, con le informazioni per quanto riguarda gli eventi del 27 e 28 novembre. Quello del 27 novembre non era in programma, ma abbiamo ricevuto un invito a partecipare. Ho accennato al 28 perché come sapete all’evento del progetto legalità della mia collega prof.ssa Avvento, il mio piccolo team di studenti del progetto didattico sulle STEM, svolge anche la diretta streaming degli eventi del progetto legalità. Proprio questo evento ha intrecciato il percorso del magistrato con la mia vita personale. Così ne sono rimasto colpito, ne ho parlato con lui alla fine e nel 92 era all’inizio del suo percorso nel tribunale di fronte casa mia a Siracusa. Nel periodo in cui la mafia e la cultura imperversava di più, con il pizzo e le bombe messe nei negozi di chi non pagava.

 

Proprio uno di questi fatti ha colpito un panificio vicino casa, dove il povero negoziante perse tutto, quel fatto fu la scintilla per abbandonare la Sicilia e venire ad Alessandria, a seguito del concorso vinto da mia madre come insegnante delle scuole elementari. Ma vi racconto questo perché non era mai successo che i due progetti didattici si intrecciassero così. Comunque grazie a tutti Voi, per le pubblicazioni e per l’aiuto che ci date. Vi invio anche la foto del gruppo di studenti addetti allo streaming dei due progetti, ho ottenuto l’autorizzazione dei genitori alla pubblicazione, vorrei premiare i ragazzi.”

 

 

Non un giorno qualunque

Il 27 novembre non è stato un giorno qualunque per gli studenti del progetto didattico dell’IIS “Ciampini-Boccardo”. Dal Centro di Ricerca CNR-IGAG di Montelibretti, attraverso un collegamento in remoto organizzato dal NBFC Spoke 7, è arrivato un racconto di scienza che ha attraversato chilometri per arrivare nelle nostre aule. Un viaggio tra suoli, ecosistemi e biodiversità, guidato dalle ricercatrici Eleonora Ficini, Cristina Mangia e Sabrina Presto, curato da Daniela Guglietta, Simona Rosselli e Domenico Ridente. È stata un’occasione preziosa dove gli studenti, hanno potuto ascoltare come la ricerca diventi scelta di vita, responsabilità verso il mondo, gesto di cura verso ciò che è fragile.

 

La scienza, quella mattina, non era un insieme astratto di grafici: era una narrazione che parlava di futuro. Ma l’evento non avrebbe potuto raggiungere ogni classe senza il lavoro silenzioso e competente di un gruppo di studenti del progetto “Generation STEM: Discovering Our Planet”, che il 27 novembre ha dato vita allo streaming direttamente dal laboratorio di Tpsee1 dell’Istituto. Guidati dal prof. Corrado Campisi, questi studenti hanno curato ogni dettaglio tecnico, risolto i problemi in tempo reale e garantito un collegamento stabile, permettendo a tutti di partecipare all’incontro: Riccardo Caddeo, Nicolò Rusconi, Lorenzo LaPaglia, Nicholas Botto, Gabriele Mastroianni, Francesco Liquori e Francesco Semino. Accanto al lavoro tecnico, fondamentale è stato il supporto organizzativo della prof.ssa Alessandra Plotegher, che ha coordinato gli studenti presenti nel laboratorio contribuendo a mantenere armonia e attenzione durante l’intera mattinata.

 

 

Il 28 novembre

Il giorno seguente, 28 novembre, la scuola ha vissuto un altro momento significativo: l’incontro con il magistrato Sebastiano Ardita, organizzato nell’ambito del progetto Educazione alla Legalità e al contrasto delle mafie della prof.ssa Avvento. Questa volta la diretta si è svolta dalla Biblioteca Civica di Novi Ligure, dove il pubblico ha potuto ascoltare una testimonianza forte, lucida, capace di toccare la storia collettiva e quella personale. Anche in questo caso, la squadra di studenti ha assicurato il corretto svolgimento dello streaming, seguendo il prof. Campisi e adattandosi con professionalità al contesto esterno.

 

 

Hanno mostrato come la responsabilità non abbia età, ma solo volontà. E in mezzo alle parole del magistrato, tra un ricordo di servizio e una riflessione civile, è affiorata anche una sfumatura più intima: a volte accade che un racconto pubblico sfiori strade già percorse da chi ascolta, richiamando luoghi e anni che sembravano lontani. Sono momenti sottili, quasi impercettibili, in cui ci si accorge che la vita intreccia fili che non si vedono: un tribunale dove prestava servizio proprio quel magistrato a Siracusa, un tempo in cui si cresceva altrove, un cambiamento che ha segnato la mia famiglia. Dove però la cultura mafiosa, si percepiva con la richiesta di pizzo nei negozi in cui si andava, come un semplice panificio sotto casa a cui misero una bomba. Quel gesto fu la scintilla per andar via. Ma è sufficiente quel leggero riconoscersi, quel tocco di memoria che passa rapido e silenzioso e che dà ancora più senso all’importanza della legalità.