A rischio “chiusura mascherata” la Polfer di Novi

Torna al centro del dibattito cittadino il futuro del Posto di Polizia Ferroviaria di Novi Ligure, presidio ritenuto strategico per il controllo della direttrice ferroviaria tra Genova e Voghera. A rilanciare l’allarme è la segreteria provinciale del Siulp, secondo cui, nei prossimi anni, oltre due terzi del personale Polfer oggi in servizio saranno prossimi alla pensione. Il sindacato segnala che, senza un adeguato turnover, si rischierebbe di scendere «in un arco temporale molto breve, a meno di un terzo dell’organico originario ancora operativo».

 

Riduzione del personale

La preoccupazione riguarda non solo l’età media ormai avanzata del personale, ma anche la necessità di far smaltire le ferie arretrate prima dei pensionamenti, con un’ulteriore riduzione delle unità effettivamente impiegabili. Dal 2026, ha spiegato il Siulp, la forza operativa potrebbe risultare «drasticamente ridotta, con difficoltà nel mantenimento dei turni, nella copertura dei servizi di vigilanza e nelle pattuglie sugli obiettivi sensibili». In queste condizioni, secondo il sindacato, la paventata “razionalizzazione” rischierebbe di trasformarsi, di fatto, in «una chiusura mascherata».

 

 

Un presidio cruciale

Il presidio di Novi, ricordano le organizzazioni sindacali, non sorveglia soltanto la stazione cittadina, ma garantisce servizi su un’area ampia e delicata che comprende anche Arquata Scrivia, Serravalle Scrivia e Ovada. «La soppressione degli uffici Polfer di Tortona e Arquata ha già mostrato le conseguenze dell’arretramento dello Stato: episodi gravi di sangue, aumento di reati predatori e un progressivo degrado degli scali ferroviari» sottolinea il Siulp, aggiungendo che «depotenziare Novi equivarrebbe a desertificare una direttrice ferroviaria strategica».

 

I risvolti politici

Sul fronte locale, la denuncia del sindacato ha generato reazioni trasversali. Il centrodestra invita il Comune a intervenire presso la Prefettura, mentre dal centrosinistra arriva un attacco al Governo per quella che viene definita una gestione insufficiente degli organici delle forze dell’ordine. Anche un recente appello civico ha richiamato l’attenzione sul tema, definendo “grave e preoccupante” l’ipotesi di uno smantellamento del presidio: «Non possiamo accettare che la sicurezza dei nostri concittadini venga compromessa da scelte politiche miopi. La sicurezza non è un optional: è un diritto fondamentale di ogni cittadino».

 

Il sindaco Rocchino Muliere ha espresso piena condivisione delle preoccupazioni espresse dal Siulp, dichiarando di volerle rappresentare «in ogni sede, perché il posto di Polfer è un presidio troppo importante». Il primo cittadino ricorda come la presenza della Polfer costituisca un riferimento costante per pendolari, studenti e residenti, e che la sua attività garantisca “servizi insostituibili” per un territorio ferroviario tra i più delicati della regione.

 

 

L’età del personale

Un ulteriore elemento critico è rappresentato dall’età anagrafica degli operatori: la maggior parte del personale è prossima alla quiescenza, ma continua comunque a essere impiegata in pattuglie esterne su obiettivi sensibili, spesso in contesti caratterizzati da situazioni conflittuali o soggetti problematici. «Chiedere a personale vicino ai 60 anni di affrontare, in pattuglie ridotte all’osso, obiettivi sensibili è una scelta che mette a rischio la loro incolumità» avverte il Siulp, sottolineando che «non si può parlare di sicurezza dei cittadini se non si garantisce prima la sicurezza di chi è chiamato a farla».