Il neo-Presidente delle Aree Protette Appennino Piemontese lancia l’allarme sul personale

Si è aperto nel segno del dialogo istituzionale il mandato di Paolo Caviglia, nuovo presidente dell’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino Piemontese. Nel corso della prima seduta del Consiglio, svoltasi a Bosio, il presidente ha espresso la volontà di avviare un lavoro condiviso con i consiglieri per definire il programma di attività del prossimo quinquennio.

 

Caviglia, nominato dalla Regione dopo una procedura che ha suscitato polemiche, ha riconosciuto le perplessità legate alla sua designazione, sottolineando tuttavia l’intenzione di superare le controversie iniziali per concentrarsi sulle priorità dell’ente. Pur non avendo maturato esperienze dirette nella gestione dei parchi, ha ricordato il proprio percorso amministrativo a livello locale e in ambito montano, dichiarando l’obiettivo di approfondire il funzionamento dell’ente attraverso l’ascolto del territorio, anche alla luce dell’anno di commissariamento appena concluso.

 

Le nuove cariche

Il Consiglio ha quindi provveduto alla nomina del vicepresidente, individuato all’unanimità in Gianni Repetto, designato dal Comune di Bosio. Completano l’organo Gianni Chiesa, in rappresentanza del Comune di Carrega, e Giacomo Briata, espressione delle associazioni ambientaliste. Rimane invece vacante il seggio riservato alle organizzazioni agricole: Confagricoltura ha indicato l’imprenditore Roberto Ghio, ma la Regione non ha ancora formalizzato la nomina, motivandola con la mancanza di un’intesa tra le associazioni di categoria.

 

 

Nel suo intervento, il vicepresidente Repetto ha ribadito l’assenza di pregiudizi nei confronti del nuovo presidente, richiamando però la necessità che anche l’ente regionale operi nel pieno rispetto delle norme. Tra le priorità individuate figura l’integrazione dei diversi territori compresi nell’area protetta, inclusi i Siti di importanza comunitaria (Sic).

 

Mancanza di personale

Ampio spazio è stato dedicato all’analisi del bilancio di previsione 2025, predisposto dall’ex commissario Danilo Repetto insieme agli uffici. In questo contesto, Caviglia ha evidenziato una situazione di forte criticità sul fronte del personale: l’ente, che gestisce parchi e Sic su un’area estesa dall’Acquese alla Val Borbera, conta attualmente 17 dipendenti, destinati a ridursi a 15 nei primi mesi del 2025 a causa di trasferimenti.

 

Il presidente ha rimarcato il divario rispetto ad altre realtà regionali, citando il Parco delle Alpi Marittime, che dispone di un organico di circa 60 unità, e il Parco Paleontologico Astigiano, di dimensioni più contenute ma con lo stesso numero di addetti previsto a breve per l’Appennino Piemontese. Dal 2019, anno di istituzione dell’ente, la dotazione di personale è rimasta invariata rispetto al precedente Parco delle Capanne di Marcarolo. Per questo motivo, è stata annunciata la richiesta di un intervento della Regione.

 

 

Resta infine aperta la questione del personale formalmente assegnato al Parco dell’Alta Val Borbera, struttura mai realmente attivata. Su questo punto è stato ricordato che esistono due posti in organico riferiti al territorio di Carrega, per i quali non è ancora stata individuata una chiara collocazione operativa.