Francesca Chessa vota contro la delibera proposta dall’Assessore al Bilancio Maurizio Delfino sul CIT

 

Bagarre in Consiglio comunale a Novi. Francesca Chessa vota contro alla delibera con la quale si sarebbe proceduto alla vendita dell’85% della quota del CIT di proprietà del Comune di Novi, ovvero di circa il 71%.

 

Assenti i tre consiglieri di Solo Novi Marco Bertoli, Cristina Sabbadin e Francesco Bonvini. La votazione si conclude quindi in parità e la delibera dato il regolamento del Consiglio comunale non passa.
Sul piano normativo si torna all’atto deliberato dal Consiglio comunale del 3 maggio che stabiliva la vendita dell’85% del CIT. Sul piano politico Francesca Chessa, appena passata da Forza Italia a Fratelli d’Italia, senza spiegare le motivazioni del suo voto, si esprime contro una delibera presentata da quella amministrazione comunale che solo lunedì aveva dichiarato di appoggiare. Inoltre i due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia votano in modo opposto.

 

Determinanti le assenze di Bertoli, Bonvini e Sabbadin

 

Sul piano pratico vale quanto detto da Simone Tedeschi, capogruppo dei Democratici per Novi. “Quando nel Consiglio comunale del 3 maggio ci siamo astenuti sul piano di salvataggio del Cit che prevede la vendita dell’85% delle quote della partecipata a un privato pensavamo che praticamente tutti i Comuni soci avrebbero deliberato rapidamente.

Il Comune di Novi ha votato la delibera, gli altri Comuni non hanno agito con la stessa rapidità. Ci troviamo quindi con la proposta dell’assessore al Bilancio di votare la cessione della quota del Comune di Novi e con ogni Comune che voterà la cessione dell’85% della sua quota. Il voto contrario dei Democratici per Novi non significa il fallimento del CIT e non pregiudica la possibilità di tenere una gara. Costringerebbe però a un confronto con i vari Comuni soci.

Al momento il socio privato non acquisirebbe l’85% del CIT ma solo poco più del 60% ovvero circa il 25% in meno. La maggioranza delle quote sarebbe comunque in mano a un privato ma il 25% in meno non mi sembra proprio poco.”

 

Un’altra conseguenza. La delibera della vendita dell’85% del CIT era passata nonostante il giudizio contrario degli organi tecnici e dei revisori dei conti del Comune.

Ma in questa situazione era necessaria una sollecita adesione da parte degli altri Comuni consorziati. Tramite una delibera avrebbero messo a disposizione le loro quote per la gara. Cosa che al momento non è avvenuta, con i tempi che sono diventati lunghi.

 

La conseguenza è che la gara può vertere solo sulle quote del Comune di Novi. Questo mentre il bando di gara è praticamente definito. Il 29 giugno si terrà un’udienza convocata dal Tribunale di Alessandria sulla richiesta di fallimento del CIT da parte di un creditore della partecipata.