Continua la crisi dell’ex Ilva anche a Novi

In un incontro convocato con urgenza dal Ministero del Lavoro a Roma, i vertici di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) e le organizzazioni sindacali hanno discusso un nuovo piano di cassa integrazione straordinaria a rotazione. L’azienda ha presentato la richiesta a fronte della complessa situazione produttiva nello stabilimento di Taranto, dove attualmente è operativo un solo altoforno. Secondo le stime, la produzione annuale potrebbe scendere a 1,5 milioni di tonnellate, ben al di sotto dei 3,5 milioni previsti a marzo.

Questa riduzione ha spinto Acciaierie d’Italia a rivedere al rialzo il numero di dipendenti coinvolti nella cassa integrazione, includendo anche il sito di Novi. Nello stabilimento di via Bosco Marengo, che conta 557 lavoratori (di cui 378 operai, 168 impiegati e 11 equiparati), l’azienda ha richiesto l’accesso alla cassa per un massimo di 175 persone – 155 operai e 20 impiegati – un incremento rispetto ai numeri precedenti.

 

Aumenta anche il numero nazionale

A livello nazionale, il numero complessivo di lavoratori coinvolti salirebbe così da 3.000 a circa 4.000 unità. Una prospettiva che ha suscitato forte preoccupazione tra le sigle sindacali. Luigi Tona, della Fim Cisl provinciale, ha commentato che l’annuncio era atteso, ma ha espresso perplessità sulla rapidità con cui è stato convocato e svolto l’incontro, sottolineando che le attuali riserve produttive a Novi non supererebbero il mese.

 

Dello stesso avviso Maurizio Cantello (Fiom Cgil), che ha ribadito la contrarietà all’aumento del ricorso alla cassa e al possibile impiego di esuberi temporanei. Per i sindacati, la priorità resta il ritorno alla gestione diretta dell’azienda per garantire stabilità occupazionale, produttiva e ambientale. In questa fase transitoria, si ritiene necessario individuare strumenti alternativi alla cassa integrazione.

 

Alberto Pastorello (Uilm) ha invece evidenziato come l’incontro sia servito per sollecitare il Ministero su un provvedimento legislativo specifico che affronti il nodo occupazionale, i possibili prepensionamenti e le tutele per tutti i lavoratori, inclusi quelli dell’indotto e dell’ex Ilva in amministrazione straordinaria.

 

Nel frattempo, il governo ha stanziato ulteriori 200 milioni di euro per supportare il gruppo siderurgico. Le risorse serviranno a garantire la continuità operativa dell’ex Ilva, coprendo produzione, manutenzione, retribuzioni e pagamenti verso le imprese dell’indotto. È attesa, inoltre, la convocazione del tavolo tecnico territoriale da parte del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.