Il Ministro Adolfo Urso con le rappresentanze di Novi sulla crisi dell’ex Ilva

In seguito agli incontri svolti lo scorso venerdì al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul futuro dell’ex Ilva, il ministro Adolfo Urso ha fatto sapere – tramite una nota del Mimit – di aver convocato una serie di riunioni con le istituzioni territoriali maggiormente coinvolte. L’obiettivo, viene spiegato, sarebbe quello di garantire un confronto stabile con Regioni ed enti locali nei territori che ospitano gli stabilimenti, così da individuare le condizioni più favorevoli al rilancio del gruppo siderurgico e valutare eventuali nuovi investimenti produttivi, con particolare riferimento agli impianti di Taranto e Genova.

 

Giovedì Novi

Il calendario diffuso dal ministero prevede un primo incontro giovedì 4 dicembre, alle 9, con le istituzioni piemontesi, comprese la Regione e i Comuni di Novi Ligure e Racconigi. Il giorno successivo, venerdì 5 dicembre, è atteso un doppio appuntamento: alle 10 con Regione Liguria e Comune di Genova, e alle 12 con Regione Puglia e i Comuni di Taranto e Statte. Al termine di questo ciclo di riunioni, è annunciato per la settimana successiva un momento di confronto unitario alla presenza di tutti i rappresentanti locali coinvolti.

 

 

Le proteste a Genova

Mentre a Roma si cerca di definire una strategia condivisa, a Genova cresce la tensione. Le recenti comunicazioni ministeriali, infatti, hanno alimentato la preoccupazione dei lavoratori dello stabilimento di Cornigliano, convinti che l’incontro di venerdì scorso abbia drasticamente ridotto le possibilità di mantenere attiva la produzione. Durante il corteo che ha riportato in piazza circa 1.300 dipendenti dell’ex Ilva, a guidare la manifestazione è stato uno striscione dal messaggio inequivocabile, in cui si accusava il ministro Urso di essere un “bugiardo patentato”. Gli operai contestano in particolare lo stop alla lavorazione della banda zincata, che rappresenta circa due terzi dell’attività dell’impianto e che, secondo loro, comprometterebbe in modo decisivo il futuro dello stabilimento genovese.