Fondi restituiti alla Regione per la bonifica incompiuta all’ex Ecolibarna
La Provincia di Alessandria ha dovuto restituire alla Regione Piemonte 2,9 milioni di euro destinati alla prosecuzione degli interventi di bonifica dell’ex Ecolibarna di Serravalle Scrivia, sito classificato di interesse nazionale per l’elevata pericolosità dei rifiuti presenti. Le risorse, provenienti dal Ministero dell’Ambiente e trasferite attraverso la Regione, erano state annunciate nel 2022 ma risultano diventate effettivamente disponibili solo nel settembre 2023.
I fondi facevano parte dell’accordo di programma sottoscritto nel 2015 tra Ministero dell’Ambiente, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e Comune di Serravalle Scrivia, accordo che tuttavia non è mai stato rinnovato. Proprio l’assenza di un aggiornamento formale dell’intesa ha impedito alla Provincia di introitare e utilizzare le risorse, rendendo necessaria la restituzione della somma e la contestuale richiesta di una riprogrammazione finanziaria degli interventi.
Nuovo stop alla bonifica
La decisione rappresenta un nuovo stop a un percorso di bonifica avviato sulla carta già negli anni Ottanta e ripreso nei primi anni Duemila. L’area interessata si estende per circa 70 ettari, dall’ex fabbrica chimica fino al fiume Scrivia, e presenta una contaminazione delle acque sotterranee che risale agli anni Quaranta, quando l’attività della Gastaldi Oli Lubrificanti aveva provocato sversamenti nel rio Negraro e infiltrazioni di liquami nei terreni. Negli anni Ottanta la Regione aveva affidato alla ditta Ecolibarna la raccolta e lo smaltimento di rifiuti speciali e tossico-nocivi, autorizzazione poi revocata dopo circa un anno.
Una situazione grave già dal 2003
La gravità della situazione era già stata certificata nel 2003, quando un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri aveva dichiarato lo stato di emergenza, sottolineando la necessità di interventi straordinari e urgenti per garantire condizioni di massima sicurezza nelle discariche di rifiuti pericolosi presenti nello stabilimento. Le analisi dell’Arpa avevano infatti rilevato, nei pozzi spia esterni all’area, il superamento dei limiti di diversi parametri, tra cui ferro, manganese, alluminio, solfati, oltre alla presenza di streptococchi e coliformi fecali, delineando un quadro definito allora in costante peggioramento. Criticità erano state segnalate anche per l’instabilità del terrapieno lungo la sponda destra del rio Negraro, realizzato per contenere le sostanze inquinanti.
Interventi parziali
Negli ultimi anni sono stati realizzati alcuni interventi parziali, come l’installazione di un sistema di pompaggio delle acque contaminate e la rimozione dei bidoni presenti nell’area, oltre alla demolizione di un fabbricato nel 2022. Tuttavia, nel 2021 era emerso che la rimozione del suolo contaminato in uno dei lotti e l’iniezione di reagenti nella falda per favorire la degradazione dei solventi clorurati non avevano prodotto i risultati attesi, rendendo necessario il proseguimento dei monitoraggi da parte di Arpa tramite piezometri e pozzi barriera a valle del sito.
Tanti i lavori ancora da effettuare
Il presidente della Provincia, Luigi Benzi, ha spiegato che la restituzione dei fondi è stata effettuata con l’obiettivo di non perdere le risorse e di poterle riutilizzare una volta rinnovato l’accordo di programma. Solo dopo questo passaggio, ha sottolineato, sarà possibile riprendere gli interventi di bonifica nell’ex Ecolibarna.
Restano infatti ancora da realizzare operazioni fondamentali, tra cui la messa in sicurezza del rio Negraro, lo smaltimento delle terre contaminate, gli interventi sul piazzale e quelli nell’area del Fabbricone, dove da decenni i pozzi irrigui non sono utilizzabili a causa dell’inquinamento delle acque. Per completare il risanamento dell’area, secondo le stime, serviranno ulteriori risorse, per un totale complessivo di circa 8 milioni di euro.

