Gli aggiornamenti sui lavori nel Basso Pieve

Proseguono secondo il cronoprogramma i lavori sulla Strada Provinciale Novi-Cassano nel Basso Pieve, attualmente chiusa al traffico per la realizzazione di un cavalcaferrovia nell’ambito della linea ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi. A confermarlo è il consorzio Cociv, general contractor dell’opera.

 

L’intervento, destinato a modificare in modo significativo il paesaggio del Basso Pieve, è entrato in una fase operativa visibile. Nei pressi del cantiere, i mezzi stanno già lavorando per innalzare il piano stradale e consentire la costruzione della nuova infrastruttura: un ponte ferroviario imponente, alto circa 8 metri e lungo 86.

 

La riapertura preventivata

La riapertura della SP è prevista per il mese di agosto, con una viabilità provvisoria che consentirà il passaggio dei veicoli anche durante il completamento delle opere. «I lavori stanno procedendo come da programma, con la realizzazione della deviazione temporanea», ha dichiarato il Cociv.

Tuttavia, il cantiere ha comportato disagi significativi per i residenti della zona, costretti da mesi a percorsi alternativi più lunghi per raggiungere Novi. Il Comune ha dovuto rivedere la viabilità di alcune strade rurali, come via Stradella, oggi soggetta a un traffico superiore alla norma.

 

Le criticità

L’avvio dei lavori, datato 22 aprile, ha inoltre riacceso alcune criticità pregresse legate all’impatto dell’opera su abitazioni limitrofe. Dopo un’assemblea pubblica disertata dal Cociv, il sindaco Rocchino Muliere ha organizzato un sopralluogo con i tecnici comunali e quelli del consorzio, per individuare soluzioni a problematiche concrete emerse nel confronto con i cittadini.

 

In consiglio comunale, il primo cittadino ha annunciato una nuova convocazione dei rappresentanti Cociv: «Durante il sopralluogo sono emerse criticità reali per i residenti. Il consorzio aveva promesso risposte puntuali, che però non sono ancora arrivate. Servono certezze e tempi chiari».

 

Dal canto suo, il Cociv ha ribadito che il progetto – definito nel 2014 e condiviso con l’amministrazione dell’epoca – prevede già l’analisi di soluzioni alternative e misure di compensazione, anche per la gestione di terreni interclusi. Tali proposte, tuttavia, dovranno essere sottoposte all’approvazione delle autorità competenti.