Una petizione contro il nuovo centro per richiedenti asilo a Novi

A Novi Ligure l’apertura di un centro per richiedenti asilo in strada Cassano, nel basso Pieve, ha acceso un acceso dibattito e spinto alcuni residenti a lanciare una petizione online contro il progetto. La struttura, una palazzina di tre piani già abitata da due famiglie, è stata acquistata dalla cooperativa sociale Dimore Solidali di Mondovì, che ha completato i lavori di ristrutturazione con l’obiettivo di ospitare fino a 24 migranti.

 

Preoccupazione dalla comunità locale

La notizia ha generato forti preoccupazioni nella comunità locale, in particolare tra gli abitanti dell’edificio, che hanno sottolineato come il numero di residenti passerebbe da sette a oltre trenta, con conseguenti criticità legate a spazi, servizi e infrastrutture. La zona, circondata dai cantieri del Terzo Valico e del nuovo cavalcavia della Pieve, è infatti difficile da raggiungere e distante da ospedale, stazione, farmacie e supermercati. I residenti ritengono che un collocamento così isolato rischi di compromettere ogni percorso di integrazione. Sono emerse anche perplessità legate alla sicurezza e al possibile deprezzamento degli immobili, già penalizzati negli ultimi anni dalla vicinanza ai cantieri ferroviari.

 

Perplessità anche da parte del Sindaco

Il sindaco Rocchino Muliere ha confermato di aver raccolto le segnalazioni dei cittadini e ha espresso dubbi sulla scelta logistica della sede, ritenuta troppo distante dal centro e dai servizi pubblici. Ha inoltre chiarito che la competenza sull’autorizzazione spetta alla Prefettura di Alessandria, mentre nelle prossime settimane interverranno enti come Asl e Vigili del Fuoco per le necessarie verifiche.

 

 

La cooperativa coinvolta, che non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, in passato aveva già realizzato un progetto simile a Ticineto, dove un gruppo di giovani migranti era stato accolto con esiti ritenuti positivi. Proprio quell’esperienza avrebbe spinto Dimore Solidali a individuare anche Novi Ligure, insieme a Mirabello Monferrato e Dronero, come sedi di nuove iniziative.

Al momento la decisione finale resta nelle mani della Prefettura, chiamata a valutare la richiesta di apertura della struttura.