Pernigotti, la crisi continua tra bilanci non depositati e produzioni annullate

Una caduta senza fine, quella della Pernigotti. La storica azienda dolciaria novese, di proprietà della famiglia turca Toksoz, continua nella sua crisi perenne.

 

Il mancato rispetto del piano industriale preoccupa i 68 dipendenti, suddivisi tra gli uffici commerciali di Milano e lo stabilimento novese, dove si lavora ormai con turno unico dalle 8 alle 16. Erano previsti investimenti per 2 milioni e 800mila euro per lo stabilimento locale ai quali se ne sarebbero poi aggiunti 750mila per nuovi macchinari. Niente di tutto questo. Appaiono decisamente insufficienti i 4 milioni di euro di investimenti previsti e non del tutto effettuati”. Fanno sapere le sigle sindacali. All’orizzonte, la cassa in scadenza a giugno e la mancata produzione sia per quanto riguarda il periodo natalizio, sia per la futura Pasqua 2022. Nuvole grigie restano sulla azienda che fu di Stefano Pernigotti.

 

La situazione non cambia sul fronte dei conti. Al registro delle imprese della Camera di Commercio di Milano, infatti, non risulta pubblicato il bilancio 2020. Le ultime cifre si riferiscono al 2019, anno della vendita del comparto prodotti gelateria e del fabbricato della Barbellotta. Nel triennio 2016 – 2018, la azienda aveva accumulato perdite per 32 milioni di Euro. Nel 2019 il fatturato era crollato a 30 milioni di Euro, con un risultato negativo non inferiore a 18 milioni. In seguito, con la vendita appena citato, la plusvalenza da circa 20 milioni ha ridatto fiato alla Pernigotti made in Turchia, per un utile di 3 milioni.

 

Le somme incassate sono state divorate dalla deficitaria gestione corrente. L’indebitamento della società a fine 2019 continua a essere molto elevato. Una situazione ingestibile, che vi raccontiamo nell’ultimo numero di Panorama di Novi, da oggi in edicola.