Peste suina, gli stati generali bocciano la famosa recinzione

Il palazzetto di Cantalupo pieno per gli stati generali della Peste suina africana. Organizzati dai comuni di Voltaggio e da quello ospitante della alta val Borbera, terminano con un grido unanime. La recinzione resta inutile, ma probabilmente arriverà.

 

Peste suina striscione

Un eloquente striscione apparso ieri

 

Oltre 200 le persone presenti, tra cacciatori alle associazioni di sport outdoor. E poi, albergatori e ristoratori, allevatori, agricoltori e amministratori. Cosa chiedono è semplice. La riapertura delle attività, in vista della stagione estiva, da sempre il periodo di punta per la valle e non solo. Tra seconde case, gite nella natura, il cosidetto “turismo lento” e i meeting di Sahaja Yoga, la val Borbera pullula di persone. Occorre, dunque, fare presto.

 

Bussalino e la recinzione

Il presidente della Provincia e Sindaco di Borghetto ha dichiarato. “Si tratta di una misura che avrà poca efficacia, ma faremo la nostra parte”. C’è chi spera nelle deroghe, come albergatori e organizzatori di attività sportive, mentre i tartufai e funghaioli chiedono di poter frequentare i boschi in futuro. Discorso diverso per gli allevatori. Dice Riccardo Molinari, onorevole della Lega. “Quel che abbiamo ottenuto non era scontato ed è frutto di una mediazione”. Ad oggi si sa che riceveranno un indennizzo, ma le tempistiche restano in sospeso. Anche gli stessi cacciatori sono scontenti. Insomma, il quadro generale resta molto complesso e i sorrisi, fuori dal palasport, non sono molti.

 

Cirio ad Acqui

Il Governatore Alberto Cirio, invece, si trovava ad Acqui per lo stesso tema. “La psa necessita di una task force di cui faranno parte gli assessori regionali e il commissario. Il Governo ha sottovalutato la situazione. In attesa dei ristori per gli allevatori come Regione abbiamo anticipato 3 milioni di Euro”. Ha dichiarato. Stessi volti che a Cantalupo. Stesso disagio e preoccupazioni. Mentre la Liguria ha aperto i sentieri, in Piemonte restano chiusi. Il che vuol dire il rischio che il turismo e tutto il suo indotto si trasferiscano a pochi chilometri di distanza. Per una perdita che sarebbe sanguinosa. Soprattutto dopo due anni di pandemia.