Tanta l’adesione allo sciopero di Burberry all’Outlet di Serravalle
Prosegue la mobilitazione dei dipendenti Burberry Italia, che nella giornata di ieri hanno aderito in massa allo sciopero nazionale, coinvolgendo anche il punto vendita all’interno del Serravalle Designer Outlet. Secondo quanto comunicato dalle segreterie provinciali di Filcams Cgil e UilTucs, l’astensione dal lavoro ha registrato un’adesione intorno al 70%.
Uno sciopero nazionale
L’iniziativa si è svolta in contemporanea con le proteste nei negozi di Leccio (Firenze) e Castel Romano (Roma), in segno di solidarietà verso i lavoratori più colpiti dal piano di licenziamento collettivo annunciato da Burberry Italia. Il piano prevede 39 esuberi complessivi, di cui 18 in Toscana, e si inserisce nel solco della ristrutturazione avviata nel 2022, che aveva già comportato tagli di personale anche nel punto vendita di Serravalle.
I timori dei sindacati
I sindacati denunciano che l’azienda non intenderebbe garantire i livelli occupazionali né ricorrere agli ammortizzatori sociali disponibili, rifiutando al contempo il confronto con le rappresentanze dei lavoratori. Secondo le organizzazioni sindacali, la decisione rientrerebbe in un più ampio processo di riorganizzazione interna, motivato da Burberry come necessario alla gestione delle attività aziendali.
La mobilitazione di ieri segue un episodio analogo dello scorso agosto, quando il personale del punto vendita serravallese aveva scelto di non prestare servizio nel giorno di Ferragosto, determinando la necessità per la società di spostare temporaneamente personale da Parigi.
Poca disponibilità al dialogo da parte di Burberry
Le sigle territoriali di Cgil e Uil sottolineano come gli esuberi previsti si aggiungano ai tagli già subiti tre anni fa, a una maggiore incidenza di contratti a termine e a un incremento dei carichi di lavoro. Una situazione, osservano, che avrebbe ripercussioni significative sul benessere e sulla qualità della vita dei dipendenti. Nonostante le ripetute richieste di confronto avanzate nel tempo, lamentano i sindacati, l’azienda avrebbe finora mostrato scarsa disponibilità al dialogo.