Finito il presidio all’ex Ilva di Novi

Negli ultimi giorni, a Novi Ligure il confronto tra rappresentanze sindacali e dirigenza dello stabilimento siderurgico di strada Boscomarengo è stato descritto come un passaggio capace di restituire un minimo di fiducia in una fase ancora segnata da incertezze. Le Rsu dell’ex Ilva hanno riferito che la direzione locale si sarebbe impegnata a sollecitare presso proprietà e commissari un incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio, ritenuto necessario per chiarire le prospettive del sito novese all’interno del futuro assetto del gruppo.

 

Il quadro operativo emerso

Nel corso del confronto sarebbe emerso un quadro operativo più definito almeno fino alla fine di febbraio. La cassa integrazione straordinaria a rotazione, attiva ormai da mesi, dovrebbe coinvolgere un numero inferiore di addetti rispetto agli attuali 170. Acciaierie d’Italia, infatti, avrebbe manifestato l’intenzione di avviare interventi di manutenzione e ristrutturazione in grado di impegnare personale aggiuntivo, oltre a valutare la ripartenza di alcuni reparti, fra cui quello della zincatura.

Resterebbe invece da stabilire la provenienza dei coils necessari alla lavorazione, ancora incerta tra Taranto e altri fornitori. Nel caso in cui la materia prima risultasse disponibile, il sito di Novi Ligure potrebbe tornare gradualmente operativo, allontanando i timori che solo un mese fa evocavano una quasi totale sospensione dell’attività.

 

 

La riduzione dei lavoratori in cassa integrazione, la prospettiva di un ritorno più ampio alla produzione e l’impegno formale a sostenere la richiesta di un confronto con il governo avrebbero convinto le Rsu a chiudere il presidio iniziato a novembre e a rientrare in fabbrica. La situazione, secondo quanto riferito in ambito sindacale, sembrerebbe quindi orientata a una temporanea normalizzazione, in attesa delle decisioni sul futuro dell’intero gruppo industriale.

 

Le offerte per l’acquisizione

Sul fronte nazionale, le novità riguardano soprattutto le offerte presentate per l’acquisizione di Acciaierie d’Italia. Il fondo statunitense Flacks Group ha annunciato di avere depositato una proposta vincolante, dichiarando un piano da 5 miliardi di euro e l’obiettivo di mantenere circa 8.500 lavoratori, con un taglio previsto di oltre mille addetti rispetto agli attuali organici. L’offerta prevedrebbe l’acquisto simbolico del gruppo per un euro, con il mantenimento iniziale di una quota statale del 40%. Fonti di stampa hanno riferito che anche Bedrock Industries avrebbe avanzato una proposta analoga, ma con piani industriali caratterizzati da tagli più consistenti.

Il governo, attraverso il ministro delle Imprese Adolfo Urso, ha invitato alla prudenza, ricordando che le offerte dovranno essere valutate con attenzione dai commissari straordinari.