Anche il Gruppo Alpini di Novi alla Colletta Alimentare

 

Il nostro collaboratore, Maurizio Priano, ha partecipato alla giornata di Colletta Alimentare con il Gruppo Alpini di Novi. Questo il racconto della sua esperienza.

 

“Già l’anno precedente con il Coronavirus si era notata una diminuzione nella volontà delle persone di effettuare la raccolta alimentare”, mi dice Ghiglione quando, appena arrivato al Bennet, chiedo come stia andando la colletta alimentare. È l’una di sabato 26 novembre. Da un paio di anni faccio parte del gruppo “Amici degli alpini” e questo è il mio esordio, come volontario in questa giornata così importante. Sul tavolo fanno bella mostra di sé una serie di scatoloni davanti ai quali è posto un fogliettino con l’oggetto che devono contenere. Tonno in scatola, carne in scatola, pelati, legumi in scatola, olio, omogenizzati di frutta, alimenti per l’infanzia, pasta, riso, zucchero, latte, biscotti.

Noto subito che fin dal mattino hanno preso il sopravvento la pasta, pasta di qualsiasi tipo, pasta di marca e pasta non di marca, e i pelati. Arranca lo zucchero. “Del resto – dico io – si dice da molte parti che lo zucchero fa male.”

 

Noto però anche un’altra cosa: non è affatto vero che la gente non dona derrate alimentari. Non dico che ci sia ressa ma io presente ci sono stati momenti in cui, uno dopo l’altro, quasi senza soluzione di continuità, si presentavano persone che davano generi alimentari. E questo senza differenza di età o di sesso, giovani e meno giovani, uomini e donne.

E noi guardavamo le scatole riempirsi, fino a quando, verso i dieci chili se possibile, qualcosa di meno se le scatole non si sarebbero chiuse ponendovi altre derrate, le pesavamo e le sigillavamo.