L’intervista a tutto tondo a Manuela Repetti
Una chiacchierata a tutto tondo. Dagli indirizzi nazionali ai temi cittadini. La nostra interlocutrice è Manuela Repetti.
Lei ha militato in Forza Italia passando, poi, al Partito Democratico. E da una formazione politica di centrosinistra è passata ora alla destra con Fratelli d’Italia. Può spiegare il perché di questi passaggi?
«La ringrazio della domanda che mi permette di chiarire alcune imprecisioni. Io ho iniziato la mia storia politica in Forza Italia, prima come consigliere comunale, poi in Parlamento. E non ho mai aderito ad altri partiti fino alla fine dei miei incarichi istituzionali. Va sottolineato, come tutti sanno, che lo stesso Berlusconi aveva siglato il Patto del Nazareno con Renzi. Molti italiani, anche di destra, hanno creduto in Renzi, fra cui anch’io. Dunque l’ho sostenuto e mi sono avvicinata al PD. Ma appena ho preso atto che la sinistra non solo non aveva fatto quel salto liberaleprogressista di cui necessitava, ma ha fatto passi indietro affidandosi ad alleanze di estrema sinistra, mi sono subito allontanata. Ciò detto, per chiarire ancora meglio, formalmente io ho avuto solo due tessere nella mia vita: quella di Forza Italia e quella di Fratelli d’Italia. Mi sento assolutamente coerente con le mie scelte, pur avendo anche commesso errori, ma sempre in buona fede. Concludo dicendole che con Giorgia Meloni oggi Fratelli d’Italia è un partito di destra che esprime anche un’anima moderata. E mi pare che la Presidente Meloni stia mostrando, pur ferma nell’identità conservatrice del partito, doti di equilibrio e di responsabilità rare, specie nell’ambito economico, della politica di bilancio e nelle scelte di politica estera. Io sono orgogliosa, anche come donna, di avere Giorgia Meloni come Presidente del Consiglio e come Leader di FdI».
Politica novese: un giudizio sulla maggioranza e anche sulla minoranza se ritiene che stia facendo un controllo e un’opposizione adeguata alle necessità e ai tempi della politica.
«A me piace parlare di ciò che si fa più che criticare ciò che fanno o non fanno gli altri. Sono un po’ controcorrente di questi tempi. Credo che il centrodestra a Novi oggi stia lavorando bene, affrontando insieme le questioni per procedere all’interno di un’opposizione compatta. Penso abbiano lasciato alle spalle le frizioni del passato in vista di un’alleanza forte e coesa per delineare un programma comune per le prossime elezioni amministrative».
Tanti i temi. Prendiamo il Parco Castello: secondo Lei l’attuale difficoltà per la sua riqualificazione è dovuta a una cattiva gestione del centrosinistra e avrebbe dovuto procedere prima alla risoluzione del contratto con la Baretta Garden srl? Secondo Lei c’è effettivamente il rischio di perdere i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Con la ditta subentrante sarebbe necessario un maggiore controllo sull’andamento dei lavori? Lei avrebbe impiegato i tre milioni e mezzo di euro ottenuti solo per il Parco Castello o come dicono esponenti della sinistra li avrebbe utilizzati anche per il centro storico?
«Sicuramente la vicenda del Parco Castello è sfuggita di mano all’Amministrazione. Il disastro dei lavori incompiuti è imputabile solo alla ditta Barretta. Detto questo però un’Amministrazione è sempre responsabile e certamente sono stati fatti errori, anche solo di valutazione e di controllo della società appaltatrice. Inoltre, con tutto il tempo perso a causa della ditta Barretta, il rischio che si perdano i fondi del PNRR è altissimo. I tempi sono molto stretti. E questo sarebbe un grave danno per Novi e i suoi cittadini».
Si è costituita ufficialmente So.Ge.Ri, consorzio unico per la gestione idrica della provincia di Alessandria, società interamente pubblica con esclusione di Gestione Acqua che serve sessantasei Comuni non solo del Novese ma anche Ovadese e Tortonese. Secondo lei era veramente necessario costituire una società interamente pubblica? Che cosa dovrebbero fare Amministrazione comunale e Gestione Acqua adesso? Sperare solo nei ricorsi al TAR?
«È stato un percorso complicato e non facile da valutare, ma mi pare che la gestione da parte del Presidente di EGATO6, Giacomo Perocchio, sia stata lineare e corretta. Con la nascita di So.Ge.R.I. arriveranno ben 17 milioni dal PNRR per l’ammodernamento degli acquedotti nel territorio alessandrino. Mi auguro che per Gestione Acqua, che non ha potuto far parte ad oggi di So.Ge.R.I., avendo una compartecipazione privata, si trovi una soluzione che non la veda penalizzata. Resto fiduciosa».
Ex Cavallerizza: sono state demolite le capriate storiche e si sono spesi quasi tre milioni di euro per l’abbattimento delle vele e per la messa in sicurezza. A vedere l’ex Cavallerizza adesso sembra che sia rimasto ben poco. E c’è poca chiarezza sul come utilizzarla. Lei che suggerimento darebbe all’attuale Amministrazione comunale?
«Da decenni si parla della riqualificazione dell’ex Cavallerizza. Finalmente si è partiti, iniziando dalla demolizione di ciò che non poteva essere ristrutturato. Penso semplicemente, come tutti, che sia un’occasione per riqualificare il centro di Novi come merita. Il come deve venir fuori da un concorso di idee, di progetti a cui spero partecipino anche i cittadini. L’unica cosa a cui starei molto attenta, sono i tempi. Nessuno vuole vedere trasformare un progetto di miglioramento della città in un intervento che duri lunghi anni con conseguenti disagi a carico dei novesi».
Ultimo tema: la sicurezza in città. Un suo giudizio e come si dovrebbe comportare la Pubblica Amministrazione.
«Il tema sicurezza è un tema importante e molto sentito dalla popolazione. Giustamente! È innegabile infatti che ultimamente le cose stiano peggiorando. I fatti lo testimoniano. Ma ho l’impressione che a volte l’Amministrazione tenda a sottovalutare il problema. Purtroppo le forze dell’ordine sono sotto organico e fanno ciò che possono in un territorio vasto. Un’Amministrazione però deve fare in modo che venga presidiata meglio la città, specie in alcuni punti critici e in certi orari, coinvolgendo anche Questura e Prefettura. Una città sicura è alla base della qualità della vita dei suoi abitanti».
(m.p.)