Lo sciopero alla Lidl di Novi
Si è svolto sabato 24 maggio, dalle 9.30 alle 12, lo sciopero territoriale dei lavoratori Lidl, con un presidio davanti al punto vendita di Novi in via Pietro Isola. L’iniziativa, promossa dalla UILTuCS di Alessandria, ha visto la partecipazione di numerosi dipendenti e rappresentanti sindacali, ed è parte di una mobilitazione nazionale volta a denunciare le criticità del Contratto Integrativo Aziendale (CIA) e a chiedere migliori condizioni economiche e organizzative.
Alla base della protesta vi è l’insoddisfazione per le proposte aziendali avanzate nel corso delle trattative sul rinnovo del CIA, giudicate inadeguate soprattutto in merito al premio di risultato. Fino ad oggi, infatti, i lavoratori hanno ricevuto un buono spesa di 200 euro, una somma che – secondo i sindacati – finiva per rientrare nelle stesse casse aziendali, senza rappresentare un reale riconoscimento del contributo fornito dai dipendenti al successo dell’azienda.
Carichi di lavoro e orari flessibili: le altre criticità
Oltre alla questione economica, i sindacati hanno denunciato gravi problematiche legate all’organizzazione del lavoro. I principali punti critici riguardano:
- Carichi di lavoro eccessivi, spesso concentrati su un numero ridotto di dipendenti;
- Assenza di programmazione certa e trasparente degli orari, soprattutto per il personale part-time, che rappresenta circa il 75% della forza lavoro;
- Modelli organizzativi flessibili e rigidi al tempo stesso, che, secondo i sindacati, non rispettano lo spirito dei contratti collettivi.
Una mobilitazione nazionale con adesioni altissime
Lo sciopero di Novi si è inserito in una più ampia mobilitazione nazionale, con presidi e manifestazioni davanti a numerosi punti vendita e centri logistici Lidl. Secondo i dati diffusi da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS, l'adesione ha superato l’80%, con picchi del 100% in decine di punti vendita, molti dei quali sono rimasti chiusi o hanno aperto solo con personale ridotto.
A testimoniare la gravità del malcontento, hanno partecipato alla protesta anche lavoratori con contratti a chiamata o a tempo determinato, notoriamente più vulnerabili a pressioni aziendali.
Il sostegno internazionale e l’appello alla dirigenza
Alla protesta si sono uniti anche i sindacati internazionali Uni Global Union, Uni Commerce e Uni Europa, evidenziando come le criticità denunciate in Italia siano parte di un modello organizzativo diffuso anche in altri Paesi europei.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS hanno concluso la giornata di mobilitazione chiedendo con forza alla dirigenza Lidl di tornare al tavolo delle trattative, raccogliendo le proposte sindacali e lavorando per un accordo dignitoso e condiviso.
Foto di Dino Ferretti