Il ritratto di Silvia Balostro

Vignolese o borberina da una vita, titolare fin dal 2003 di un laboratorio nella stessa Vignole Borbera (in località Fornacetta n. 3), Silvia Balostro è figlia di queste zone praticamente da sempre e ha scelto di fare un lavoro assolutamente non scontato o diffuso: la restauratrice di opere d’arte. Fin dai primi anni di attività ha lavorato con diverse sopraintendenze del Nord Italia tra cui quelle di Alessandria, Torino, Genova e Piacenza, aumentando di conseguenza le proprie competenze e conoscenze sul campo.

 

 

La sua caratteristica principale? Un restauro di tipo conservativo, che rispetta le caratteristiche originali del manufatto, sia esso un dipinto su tavola o tela, un crocefisso sacro, una statua lignea, una bambola antica in porcellana o un arredo da collezione. Con una predilezione spiccata per un elemento naturale come il legno che, nelle parole della stessa Balostro, «respira, invecchia e mostra gli inevitabili segni del tempo. Segni che vanno assolutamente rispettati». Un po’ come accade anche a noi esseri umani. Conosciamola meglio.

 

 

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