La crisi dell’ex Ilva al centro della discussione in consiglio regionale

Ancora nessuna risposta in merito al futuro dell’ ex Ilva dall’incontro dei vertici di Acciaierie d’Italia convocato oggi. L’assemblea è stata infatti aggiornata nuovamente al 6 dicembre.

Intanto, la crisi del colosso della siderurgia con ben due stabilimenti nella nostra regione è stato al centro dell’informativa dell’assessore al Lavoro Elena Chiorino nel Consiglio regionale del Piemonte.

Nel corso della discussione, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno richiesto la convocazione di un consiglio regionale aperto a riguardo, come anticipato dai consiglieri Ravetti e Sacco nel corso del consiglio comunale aperto a Novi.

“Le crisi industriali che si susseguono – commenta il consigliere del Pd, Domenico Ravetti – testimoniano drammaticamente che è necessario ripensare, sia a livello nazionale che regionale, a una politica industriale seria, che oggi manca. Questa Giunta regionale è stata spesso spettatrice delle crisi. Ci saremmo aspettati interventi per cercare di risolvere questi drammatici problemi. I lavoratori chiedono proposte e soluzioni”.

“Ho chiesto all’Assessore al Lavoro – conclude Ravetti – di prevedere un Tavolo regionale sulla crisi dell’acciaieria e di impegnarsi a farlo già oggi. Infine, ho rimarcato la profonda delusione per l’assenza della Giunta regionale di centrodestra al Consiglio comunale aperto di Novi Ligure sull’ex Ilva, un momento importante per capire la preoccupazione di lavoratori e cercare di dare loro risposte”

 

Dura anche la reazione del  consigliere del M5S, Sean Sacco: “Vietato disturbare il Governo e zero prospettive per gli stabilimenti piemontesi di Acciaierie d’Italia. E’ quanto emerso oggi nel corso dell’informativa resa in Consiglio regionale dall’assessore al Lavoro Chiorino. Nessuna novità significativa in ordine alla riconversione energetica ed alla salvaguardia dei livelli produttivi ed occupazionali. Chiorino s’è limitata a ripercorrere le tappe che hanno portato all’attuale situazione di stallo per circa 600 lavoratori degli stabilimenti di Novi Ligure e Racconigi”.

“Eppure la palla è in mano al Governo, che di fatto è il principale azionista delle Acciaierie d’Italia. Nel frattempo, in Piemonte, la Giunta non muove un dito per far sentire la voce del territorio a Roma. – aggiunge Sacco –  Da parte nostra continueremo a sostenere la legittima lotta dei lavoratori sul territorio e ad ogni livello istituzionale, proprio per questo abbiamo già depositato una richiesta di svolgere un Consiglio regionale aperto dedicato al tema del futuro degli stabilimenti ex Ilva. La speranza è che per quell’occasione ci siano prospettive concrete su cui ragionare”.