L'intervista esclusiva ad Andrea Icardi
Andrea Icardi è stato un Gattuso ante litteram e, se giocasse oggi, sarebbe un Frattesi con tanta voglia di lottare nelle zone più nevralgiche del campo. Amatissimo centrocampista rossonero cresciuto con il poster di Gianni Rivera appeso in camera, ha poi soddisfatto le tifoserie laziali, atalantine, veronesi e australiane. Non tirando mai indietro la gamba e segnando pochi gol (cinque, tutti con la maglia del Milan) perché il suo ruolo prevedeva ben altro.
«Facevo allenamenti differenziati – racconta lui – perché alla domenica dovevo bloccare il fantasista avversario e passare subito il pallone al nostro playmaker». Agendo così, al cospetto di questo riccioluto e indomabile guerriero, hanno fatto enorme fatica leggende del calibro di Platini, Maradona, Zico e Matthäus. All’interno di quell’indimenticabile calcio Anni Ottanta dove la maglia aveva un peso e l’ossatura delle grandi squadre la si costruiva quasi a chilometro zero.
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