Smantellamento per Sogin a Bosco Marengo

 

Questa mattina il Sindaco di Bosco Marengo, Gianfranco Gazzaniga, il Prefetto di Alessandria, Francesco Zito insieme ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine hanno visitato l’impianto FN di Bosco Marengo. Accompagnati dal Presidente di Sogin Luigi Perri e dall’Amministratore Delegato Emanuele Fontani.

Il sito piemontese, nel quale durante l’esercizio si fabbricava combustibile nucleare, è il primo impianto italiano nel quale Sogin ha terminato le attività di smantellamento previste dalla Fase 1, raggiungendo il cosiddetto stato di brown field.

Questo traguardo ha consentito di togliere i vincoli radiologici e di declassificare le aree e gli edifici dove in passato si fabbricavano gli elementi di combustibile nucleare. Che tornano ad essere fruibili come ambienti convenzionali.

 

Le principali attività svolte hanno riguardato la decontaminazione e lo smantellamento del ciclo di produzione degli elementi di combustibile, il “cuore” dell’impianto durante il suo esercizio. Smantellati i sistemi ausiliari quali l’impianto di ventilazione, la vasca di decontaminazione dei materiali e l’impianto di trattamento e drenaggio degli effluenti liquidi. Inoltre, negli ultimi anni trattati e ridotti di volume tutti i rifiuti radioattivi solidi e liquidi che erano presenti.

I circa 500 metri cubi di rifiuti radioattivi presenti, derivanti dalle pregresse attività di esercizio dell’impianto e dalle successive attività di dismissione, sono stoccati in sicurezza nel deposito temporaneo B106. Adeguato ai più recenti standard, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale quando sarà disponibile.

 

Le prossime attività

 

Le prossime attività riguarderanno il mantenimento in sicurezza, la gestione dei rifiuti radioattivi. E la conclusione dei lunghi lavori di caratterizzazione e bonifica di una parte dell’”area di rispetto” del sito. Una durata dovuta alla particolare cura adottata nelle misure di caratterizzazione radiologica. Tranne un piccolo quantitativo di rifiuti radioattivi, a debole contaminazione di poche decine di chili. Si tratta di materiali inerti quali plastica, ferro, cemento, legno, fusti petroliferi eccetera, interrati in passato durante l’esercizio dell’impianto. Tale materiale dopo gli opportuni controlli verrà rimosso e conferito in discarica.

Con la disponibilità del Deposito Nazionale i rifiuti radioattivi saranno allontanati e il deposito temporaneo smantellato. Il sito sarà così riportato a green field, ossia una condizione priva di vincoli radiologici che consentirà il suo riutilizzo per altre attività.