“Di segni e Miraggi”, 39 opere del Barocco genovese: la mostra al Museo dei Campionissimi dal 9 aprile al 9 giugno

 

Mancano due settimane all’inaugurazione della nuova mostra di pittura nella sala d’arte del Museo dei Campionissimi che ha un titolo che suscita immediata curiosità. “Di segni e miraggi”: si tratta di una rassegna dedicata all’opera degli artisti liguri del periodo barocco. Il taglio del nastro inaugurale è fissato al 9 aprile.

 

Secondo le curatrici della rassegna Chiara Vignola, che è anche la direttrice del Museo, e Valentina Frascarolo, “ciascuna delle trentanove opere esposte, molte delle quali inedite, – dagli straordinari esemplari disegnativi di Luca Cambiaso e Giovanni Battista Castello il Bergamasco, passando per i dipinti di Bernardo Strozzi, Luciano Borzone, Giovanni Andrea De Ferrari, Orazio De Ferrari, Anton Maria Vassallo e degli allievi di Valerio Castello, sino alle tele e alle opere su carta di Domenico Piola – offre il suo contributo per cogliere la pluralità di percorsi e di soluzioni originali all’interno della cultura figurativa del Barocco genovese, così ricco di forze interne e apporti esterni”.

 

Tutti i quadri e i disegni in esposizione provengono da collezioni private del novese, un territorio che all’epoca era legato alla Repubblica ligure. Come testimoniano i palazzi del centro storico novese e di altre località della zona e tante ville che si trovano in collina .

Avere messo insieme una collezione così vasta e importante di opere inedite, che non sono mai state inserite in precedenti mostre sul barocco genovese, è sicuramente un punto di forza della rassegna. Non è mai scontato infatti che il proprietario metta a disposizione del pubblico il proprio quadro. Il fatto che ci sia stata questa ampia disponibilità è testimonianza della serietà che ha caratterizzato, fin dall’inizio, l’impianto della mostra.

 

Ma perché intitolare la mostra “Di Segni e Miraggi”?

 

“Abbiamo voluto – spiegano le curatrici – porre l’accento sulla forte componente illusionistica dell’arte di questo particolare momento storico in grado di ingannare l’occhio, riuscendo a trasformare una combinazione di segni, che nulla hanno a che vedere con la naturale fattezza delle cose da raffigurare, in una proiezione della realtà efficacie e seducente: un miraggio”.

La ricerca sulle opere genovesi dell’età barocca ha il suo fondamentale punto d’inizio nella mostra che si tenne trent’anni fa presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, intitolata appunto “Genova nell’età barocca”, curata da Ezia Gavazza e Giovanna Rotondi Terminiello.

 

Questa mostra, che si innesta in quel solco, dopo altri precedenti appuntamenti, è finalizzata a continuare l’approfondimento delle tracce liguri del territorio, collegato storicamente all’Oltregiogo genovese, con l’obiettivo di recuperarne l’identità storica.