Ancora incertezza per la Pernigotti

 

La vicenda della Pernigotti sembra ancora lontana dal suo sblocco. E vedere il “vuoto” sugli scaffali dei loro prodotti fa male a tutti. La proprietà è sempre in mano alla famiglia turca dei Toksoz, che prima aveva chiuso lo stabilimento alessandrino, poi ceduto i gelati al gruppo Optima. Nel mentre però aveva comunicato di voler rilanciare la produzione in Italia.

Una dichiarazione così altisonante da firmare, agli inizi di luglio, un impegno al Ministero del Lavoro per circa 5 milioni di nuovi investimenti. Con essi dodici mesi di cassa integrazione per tutti gli 88 dipendenti. Ma da quell’accordo sembra non essersi più mosso nulla. Il rischio concreto è perdere la finestra natalizia, che pare ormai andata, ma pure quella di Pasqua in arrivo. Un’assenza pesantissima per Novi e per il mercato nazionale, per un marchio letteralmente storico.

 

Tanti gli impegni presi dall’azienda, ancora senza un effettivo riscontro. L’ammodernamento tecnologico delle linee produttive di lavorazione del cioccolato, in particolare gianduiotti e torroncini. E anche nuovi formati che sarebbero dovuti arrivare. Nel 2022 in programma la riapertura della partita per la produzione della crema alle nocciole, che dovrebbe spostarsi dalla Turchia all’Italia. Ma, al momento, c’è solo un grande e doloroso silenzio.